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Terapia Chirurgica della Disfunzione Erettile: Protesi Peniene una moderna soluzione al deficit erettile

Andrologia

Quando la terapia medica farmacologica non permette di ottenere risultati soddisfacenti, le protesi peniene rappresentano la soluzione migliore. 

L’andrologia al giorno d’oggi cura problematiche di una popolazione sempre più avanti con l’età, la chirurgia protesica è in grado di restituire un’ erezione valida sia nei pazienti più giovani che in quelli di età più avanzata senza la necessità di assumere ulteriori farmaci.

Quando la terapia medica farmacologica non permette di ottenere risultati soddisfacenti, le protesi peniene rappresentano la soluzione migliore.

I pazienti candidati all’impianto protesico sono in genere affetti da una deficit erettivo di tipo organico e che “non rispondono” alla terapia farmacologica per via orale (ad esempio farmaci come Viagra, Cialis, Levitra) o alla terapia farmaco-iniettiva con prostaglandine come le PGE1, oppure sono pazienti affetti da deficit erettivo di tipo organico che “non vogliono” più assumere il trattamento orale o farmaco-iniettivo, ed infine pazienti con una deficit erettile definitiva (pazienti ad esempio affetti da diabete mellito, chirurgia pelvica per tumore della prostata o del colonretto, pazienti affetti da recurvatum penieno acquisito secondario alla malattia di La Peyronie in fase stabilizzata).

In caso di deficit erettile di tipo psicogeno l’impianto protesico delle protesi peniene è indicato dopo il fallimento o la non attuabilità dei trattamenti sessuologici e psicoterapici e la scarsa accettazione dei farmaci orali (Viagra, Cialis, Levitra etc) e intracavernosi (PGE1).

Le protesi possono essere classificate in: soffici, malleabili, ed idrauliche, ed in genere tutte vengono impiantate tramite un piccolo accesso peno-scrotale con l’ausilio del divaricatore di Scott, oppure con accesso infrapubico minimamente invasivo oppure anche con accesso subcoronale e degloving del pene.

1) Le protesi soffici e malleabili ”non gonfiabili” sono impiantate in pazienti con scarsa destrezza manuale ( ad esempio ipovedenti, pazienti obesi etc), che hanno rapporti stabili di coppia e che non vogliono la protesi idraulica.

Vantaggi delle protesi peniene

  • Perfetto ottenimento di rigidità peniena
  • Accesso chirurgico minimamente invasivo
  • Non richiedono alcuna attivazione idraulica
  • Bassa percentuale e probabilità di rotture meccaniche
  • Costi relativamente contenuti e bassi

Svantaggi delle protesi peniene

  • Non perfetta simulazione dello stato di flaccidità peniena
  • Possibile deformazione durante il rapporto sessuale
  • Manovre endo-urologiche possono essere difficoltose se il pene è lungo e quindi anche le protesi peniene da impiantare sono troppo lunghe.

2) Le protesi idrauliche bi o tricomponenti “gonfiabili” possono essere a due (cilindri e sistema pompa-serbatoio unico) o tre componenti (cilindri, pompa e serbatoio), tali protesi peniene garantiscono risultati ottimali sia da un punto di vista funzionale che quello estetico, e trovano indicazione in tutti i tipi di deficit erettile, in pazienti che non hanno impedimenti fisici con necessità di occultare la presenza dell’impianto, e rendere praticamente invisibile l’impianto di protesi peniene stesse.

Vantaggi

  • Perfetta simulazione di flaccidità
  • Perfetta rigidità (maggiormente per le protesi tricomponenti rispetto alle bicomponenti)
Svantaggi
  • Necessità di attivazione manuale, quindi non indicate nei pazienti con scarsa destrezza manuale
  • Possibili rotture o migrazione dei componenti essendo meccaniche attivali.
  • Possibili compressioni della pseudocapsula fibrosa che si forma intorno all‘impianto, e quindi riduzione della rigidità negli anni
  • Costi relativamente elevati.

Domande/Risposte

Quali sono i rischi dell’intervento?
Sono gli stessi di qualunque tipo di intervento effettuato in anestesia generale.

Il pene sarà normale?
Assolutamente sì, la protesi peniena è posizionata all’interno dei corpi cavernosi penieni ed è assolutamente non visibile ad occhio nudo, chiaramente possono esseri palpati manualmente sia i cilindri protesi che la pompa scrotale posizionata tra i due testicoli.

Il mio piacere sarà diverso?
Assolutamente no, rimarrà lo stesso, quindi non ci sarà nessuna modificazione del piacere sessuale del paziente.

E quello della mia partner?
La sua a partner avrà lo stesso piacere di un’erezione naturale.

Quanto dura il ricovero in ospedale?
1-2 giorni di ricovero ospedaliero sono necessari, le protesi malleabili o soffici possono essere impiantate anche in regime di Day Hospital con ridotta ospedalizzazione e degenza.

Dopo quanto tempo si possono ricominciare i rapporti?
La protesi verrà attivata dopo 4-6 settimane, dolenzia presente durante le prime attivazioni che andrà via via riducendosi col tempo.

Esiste il rischio di infezione?
Sì, come per tutti gli impianti protesici in generale, specialmente nei soggetti diabetici affetti da diabete mellito soprattutto non ben compensato.

Cambieranno eiaculazione ed orgasmo?
Assolutamente nessuna modificazione, rimarranno uguali.

Prima dell’impianto protesico qualunque esso sia necessario il counselling psico-sessuologico?
Sì, è a nostro avviso fondamentale, pre e post-operatorio, singolo e di coppia, visto che l’intervento è irreversibile.

Si possono avere disturbi urinari?
No, si hanno gli stessi disturbi urinari che può avere un uomo della stessa età legati all’ Ipertrofia Prostatica Benigna.

Possono esserci problemi tecnici?
Le protesi sono garantite a vita con ottima affidabilità e durata del tempo, nel caso ci fossero dei problemi meccanici, si possono sostituire parzialmente anche i singoli componenti meccanici della protesi stessa senza necessità di espianto completo e reimpianto.

Saremo soddisfatti io e la mia partner dopo l’impianto?
La percentuale di soddisfazione maschile e della partner in tutte le casistiche riportate in letteratura dopo l’impianto protesico è molto elevata ed è di circa l’80-90% dei pazienti.

In conclusione, al giorno d’oggi il deficit Erettile non è più una vergogna, ma un “campanello d’allarme” importante di malattie più gravi , da curare opportunamente dopo una corretta diagnosi precoce da parte dello Specialista Andrologo.

Autore dell’articolo: Dott. Patrizio Vicini
Fonte articolo: tagmedicina.it

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