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Intervento mininvasivo di protesi dell’anca a Roma

Chirurgia dell’Anca

Intervento mininvasivo di protesi dell'anca a Roma

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca a Roma è uno dei fiori all’occhiello della chirurgia ortopedica avanzata di Clinica Parioli. L’ortopedia con il vasto uso di tecniche di chirurgia mininvasiva, rappresenta un reparto cardine per la Clinica privata Romana, che si distingue per competenza e professionalità.

Clinica Parioli vanta una struttura all’avanguardia con un’equipe medica esperta e sempre disponibile, per seguire con costante presenza il paziente in ogni fase del suo percorso di cura.

Il ramo di chirurgia mininvasiva di protesi dell’anca di Clinica Parioli, opera sotto la direzione si compone di figure altamente qualificate, pronte ad offrire a tutti i pazienti l’assistenza medica più adeguata al singolo caso clinico.

Intervento mininvasivo di protesi dell'anca a Roma
Problemi all’anca: come riconoscerli

Tra i disturbi più comuni, che devono rappresentare un campanello d’allarme per un possibile danno dell’anca troviamo dolore inguinale, lombalgia e dolori durante la normale deambulazione, dolori articolari al ginocchio, lombalgia e dolori durante la normale deambulazione. Capita spesso, infatti, che si tenda a sottovalutare tali disturbi, pensando che si tratti di fastidi passeggeri e legati alla zona in cui si localizza il dolore, sebbene possano essere la manifestazione superficiale ed iniziale di una patologia dell’anca. Fondamentale prestare attenzione a qualsiasi cambiamento fisico ed all’insorgenza di disturbi e manifestazioni di dolore articolari e lombari e rivolgersi ad un medico per uno screening preventivo volto ad individuarne precocemente la causa.

Un disturbo dell’anca riscontrato per tempo può essere risolto in modo semplice e rapido e spesso evitando di ricorrere all’intervento chirurgico. Resta sempre fondamentale, quindi, un’accurata attività di prevenzione specialistica.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: cos’è 

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca è un’intervento chirurgico in cui si sostituisce completamente l’articolazione danneggiata dalla perdita della cartilagine o in seguito a una frattura del collo del femore.

Quella della protesi dell’anca è tra le tecniche chirurgiche che maggiormente si sono evolute, negli ultimi anni, sia attraverso l’impiego di materiali di ultima generazione e sempre più compatibili, sia nelle tecniche d’intervento sempre meno invasive. Questo ha permesso di riducendo notevolmente i rischi durante e dopo l’intervento e accorciando i tempi di degenza post-operatoria.

La ricerca di una soluzione che tenesse in considerazione maggiore l’aspetto conservativo, dunque, sia per un fattore di aspettativa di vita notevolmente maggiore rispetto al passato che per una richiesta di un’intervento protesi d’anca anche in giovane età.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: quando serve

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca è pensato per ridurre fastidi e problematiche legati ad un’usura della cartilagine dell’articolazione che quindi provoca dolore e/o difficoltà nella deambulazione. Un’intervento necessario anche in caso di traumi e/o incidenti che vedono compromessa la zona e ne impediscono la ripresa ed il normale funzionamento.

La protesi dell’anca con tecnica mininvasiva, dunque, è un intervento che può risultare necessario in svariati casi e a qualsiasi età e necessario al fine di:

  • eliminare dolore all’anca e articolari in genere;
  • recuperare le piene funzioni articolari al fine di una migliore qualità della vita;
  • conservare ossa e strutture coinvolte nel movimento articolare.
Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: la tecnica per via anteriore

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca per via anteriore è una delle tecniche più all’avanguardia tra quelle che la chirurgia ortopedica mininvasiva offre.

Parliamo di un approccio che riduce al minimo le incisioni con un conseguente minor sanguinamento e soprattutto evita di danneggiare muscoli e tendini circostanti la zona dell’articolazione sezionandoli, poichè il punto di accesso viene creato sulla regione anteriore della coscia, a livello inguinale, attraverso un’incisione di 7/8 cm al massimo. In seguito i muscoli vengono esclusivamente “divaricati” ossia spostati in modo tale che al termine dell’intervento di protesi non sia più necessario ricostruirli e/o reinserirli, per cui  il paziente è da subito  in grado di avere un’anca funzionalmente efficiente.

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca per via anteriore, dunque, oltre ad assicurare una fase post-operatoria decisamente più semplice, sicura e meno traumatica per il paziente, si presenta come un intervento chirurgico dal minimo impatto fisico e dal classico stress fisico del dopo intervento notevolmente ridotto.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: la scelta delle protesi

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca per via anteriore può essere eseguito per l’impianto di qualsiasi tipologia di protesi.

Tra le tipologie di protesi dell’anca maggiormente performanti troviamo senz’altro quelle che si avvalgono di steli mini-invasivi di ultima generazione, che consentono di esaltarne i vantaggi con un elevatissimo grado di soddisfazione dei pazienti. Gli steli corti o mini-invasivi consentono infatti di “risparmiare” molto osso del paziente e non determinano problematiche di dolori da protesi avvertiti da paziente.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: i vantaggi e la ripresa

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca per via anteriore può essere eseguito per l’impianto di qualsiasi tipologia di protesi.

Tra le tipologie di protesi dell’anca maggiormente performanti troviamo senz’altro quelle che si avvalgono di steli mini-invasivi di ultima generazione, che consentono di esaltarne i vantaggi con un elevatissimo grado di soddisfazione dei pazienti. Gli steli corti o mini-invasivi consentono infatti di “risparmiare” molto osso del paziente e non determinano problematiche di dolori da protesi avvertiti da paziente.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: i vantaggi e la ripresa

L’intervento mininvasivo di protesi dell’anca apporta innumerevoli vantaggi per il paziente, sia in termini di ripresa post-operatoria, sia in termini di una qualità della vita che nel lungo periodo risulterà nettamente migliorata.

  • Minor rischio operatorio e di sanguinamento

Non sezionare muscoli e/o tendini ha il grande vantaggio di ridurre notevolmente le perdite ematiche tanto che il numero di trasfusioni che si effettuano per questo tipo di intervento è pressocché azzerato.

  • Minor rischio post-operatorio

Mantenere i tessuti che circondano l’articolazione dell’anca comporta una notevole riduzione del rischio di lussazione post-operatoria ossia la fuoriuscita della nuova articolazione dalla sua sede che è una delle principali complicanze in un intervento di  protesi.

  • Minore stress e dolore fisico

Un ridotto numero di incisioni permette di ridurre notevolmente il dolore post-operatorio e quindi lo stress fisico che scaturisce da un intervento.

  • Tempi rapidi di ripresa

 La chirurgia mininvasiva permette al paziente di riprendere a camminare già dopo 7/8 ore dall’intervento con l’utilizzo di bastoni canadesi e richiede una degenza ospedaliera minima di 3 giorni, dopodichè il paziente può essere dimesso.

Il recupero è molto più rapido delle tecniche tradizionali: l’utilizzo dei bastoni canadesi per la ripresa della deambulazione è limitato ai primi 15  giorni post-operatori e non ci sono limitazioni particolari nei movimenti. Anche alcune delle normali attività quotidiane, come guidare un autoveicolo, che con l’intervento tradizionale vengono procrastinate dopo molte settimane, possono essere riprese già dopo 2/3 settimane.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca presso Clinica Parioli: l’approccio

Clinica Parioli vanta un reparto di ortopedia tra i più moderni ed efficienti del Territorio Romano ed effettua interventi chirurgici di protesi dell’anca per via anteriore con frequenza, rivolgendosi a pazienti di qualsiasi età. Clinica Parioli prende in carico ogni singolo paziente dalla fase di diagnosi fino a quella post-operatoria, affiancandolo per qualsiasi necessità e rispondendo prontamente ad ogni suo dubbio e/o richiesta. Scegliere di sottoporsi ad un intervento di protesi dell’anca rappresenta una decisione estremamente seria ed importante ed è bene affidarsi a figure competenti ed altamente specializzate.

Prima di ogni percorso di cura il paziente viene sottoposto ad un’attenta analisi del caso clinico, volta ad evidenziare le singolarità della sua problematica e ad individuare il miglior approccio terapeutico. Durante tutte le fasi del pre e post-intervento il paziente riceve un’assistenza ed un supporto costanti, così da monitorare i progressi graduali ed intervenire rapidamente nel caso insorgano problematiche. L’approccio medico-paziente di Clinica Parioli resta uno dei punti forti alla base della filosofia della struttura, che attraverso i suoi specialisti, mira ad instaurare un legame di assistenza totale, volto a migliorare lo stato di salute fisica del singolo paziente, promuovendone il benessere e contribuendo a migliorare la sua qualità della vita.

Intervento mininvasivo di protesi dell’anca: domande frequenti

L’intervento di protesi dell’anca è necessario quando le problematiche legate all’usura articolare creano serie difficoltà nelle attività quotidiane, causando reali deficit di movimento e dolori invalidanti. Quando, cioè attività di fisioterapia e trattamenti farmacologici non risultano più efficaci. Generalmente i primi sintomi che si manifestano sono dolore all’inguine, al ginocchio ed infine all’anca. Risulta quindi importante prestare attenzione a questo tipo di segnali anche se non crediamo siano riconducibili ad un problema all’anca.

I materiali utilizzati per una protesi dell’anca sono differenti a seconda dell’area che si va a ricostruire. La protesi dell’anca si compone di materiali protesici destinati alla ricostruzione articolare (necessari alle strutture della mobilità della protesi) e materiali inseriti a livello osseo (necessari per fissare la protesi).

Quando si sceglie il materiale da utilizzare a contatto con l’osso è fondamentale che questi permettano la cosiddetta osteo integrazione, ovvero che si vadano ad integrare con la naturale ricrescita ossea a contatto con la protesi. A tale scopo, il materiale che viene utilizzato più spesso, per il suo grado di compatibilità, risulta essere il titanio. La protesi viene poi ricoperta di idrossiapatite di calcio (osso sintetico) al fine di accelerare la ricrescita dell’osso naturale del paziente; una pratica questa, definita fissazione biologica. In alternativa, e per certi casi particolari, si opta per una fissazione con cemento chirurgico.

In un intervento di protesi dell’anca vengono poi, talvolta utilizzati polietilene di acciaio, di cromo, cobalto, ceramica. La scelta di uno o più materiali combinati tra loro avviene sulla base di una valutazione che il chirurgo effettua sul singolo paziente e secondo determinati fattori come età, peso, storia clinica.

La durata media della piena funzionalità di una protesi dell’anca è di circa 20 anni ma è impossibile fare una stima precisa ed assoluta, poichè concorrono numerosi fattori a seconda delle singole caratteristiche del paziente, del suo stile di vita ecc…. Tuttavia possiamo dire che la durata si è notevolmente allungata, rispetto al passato, grazie all’utilizzo di materiali e tecniche sempre più evolute e performanti.

Per tale ragione e per il fatto che la durata media della vita si è notevolmente allungata,  può essere necessario, nel corso della vita di un paziente, dover ricorrere alla sostituzione di una nuova protesi d’anca a distanza di 10/15 anni, ed è da considerarsi del tutto normale.

Non è corretto parlare di rigetto ma al massimo di non riuscita di un intervento. Come per qualsiasi intervento chirurgico, comporta dei rischi e possono insorgere delle complicazioni post-operatorie, sebbene siano molto rare. Il termine rigetto, spesso usato in modo errato, altro non è che la possibilità che il corpo sviluppi una risposta immunitaria grave e seguito di un intervento di protesi. Questo a prescindere dai materiali utilizzati, che vengono selezionati con attenzione per la loro biocompatibilità ed eventuali allergie del paziente.

Possono verificarsi, a volte, episodi di infiammazione dati dall’usura della protesi e dai frammenti dispersi dalla protesi, ma una corretta attività di controllo e prevenzione evita problematiche di questo tipo.

Se si tratta di una procedura base e non insorge alcuna complicazione, l’intervento dura poco meno di un’ora.

Dipende dal singolo caso. Ad oggi, esistono pazienti che non necessitano dell’utilizzo di calze antitrombo, dato che la chirurgia mininvasiva permette un recupero della mobilità decisamente più rapido rispetto ad anni fa. Resta necessario valutare il singolo caso clinico e considerare fattori come età, peso e mobilità del paziente.

Medico Responsabile: Dott. Walter Salustri

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