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Morbo di Parkinson e malattie neurodegenerative: come prevenirle con alimentazione, stile di vita e ambiente sano

Le malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, sono in costante aumento. Oltre all’età e alla genetica, oggi sappiamo che fattori ambientali, alimentari e comportamentali possono influenzare fortemente il rischio di sviluppare queste patologie.

Le malattie neurodegenerative più comuni

Tra le patologie più frequenti e cercate online dagli utenti vi sono:

  • Morbo di Alzheimer: la forma più comune di demenza, colpisce la memoria e le funzioni cognitive superiori.
  • Morbo di Parkinson: interessa il controllo dei movimenti, ma può coinvolgere anche la sfera cognitiva ed emotiva.
  • Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA): patologia rara, ma gravemente invalidante, che colpisce i motoneuroni.

Microbiota intestinale e cervello: un legame chiave

Sempre più ricerche dimostrano l’esistenza di una connessione diretta tra intestino e cervello, nota come asse intestino-cervello. Il nostro microbiota intestinale, ovvero l’insieme di batteri che abitano l’intestino, è coinvolto nella regolazione dell’infiammazione e della funzione cerebrale.

Quando l’equilibrio del microbiota viene alterato — per esempio da una dieta ricca di cibi ultraprocessati, stress cronico o uso eccessivo di farmaci — aumenta il rischio di sviluppare infiammazioni croniche di basso grado, che a lungo termine possono contribuire alla degenerazione neuronale.

Epigenetica: i geni si possono “accendere o spegnere”

L’epigenetica studia come l’ambiente e le abitudini di vita possono influenzare l’espressione dei nostri geni, senza modificarne il codice. Fattori come l’alimentazione, l’attività fisica, il sonno e l’inquinamento possono attivare o disattivare geni legati all’infiammazione e al decadimento neurologico.

In pratica, anche chi ha una predisposizione genetica può ridurre il rischio di malattie neurodegenerative adottando comportamenti protettivi.

Dismetabolismo infiammatorio e cervello: un rischio silenzioso

Condizioni come diabete, obesità, insulino-resistenza e sindrome metabolica sono strettamente legate all’infiammazione sistemica cronica, nota anche come dismetabolismo infiammatorio. Questo stato compromette la salute dei vasi sanguigni e accelera l’invecchiamento del cervello.

Contrastarlo significa agire su più fronti: dieta anti-infiammatoria, movimento regolare e controllo dello stress.

Cosa evitare: alimenti ultra-processati e ambiente inquinato

  • NO a cibi confezionati e industriali: merendine, snack, bibite zuccherate e piatti pronti favoriscono l’infiammazione e alterano il microbiota.
  • NO a ambienti altamente inquinati: l’esposizione prolungata a polveri sottili (PM2.5), microplastiche e metalli pesanti può aumentare il rischio di Parkinson e Alzheimer, soprattutto in soggetti predisposti.

Cosa favorire: dieta sana, movimento, natura

Dieta neuroprotettiva

Una dieta equilibrata e naturale è fondamentale. I modelli consigliati includono:

  • Dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce, cereali integrali e olio extravergine d’oliva;
  • Cibi fermentati (yogurt, kefir, miso), utili per arricchire il microbiota;
  • Frutti rossi, curcuma, tè verde e cioccolato fondente, ricchi di polifenoli antiossidanti;
  • Omega-3, presenti nel pesce azzurro, semi di lino e noci.

Attività fisica regolare

Fare esercizio almeno 3 volte a settimana stimola la produzione di fattori neurotrofici, sostanze che proteggono e rigenerano le cellule nervose. Anche solo camminare 30 minuti al giorno ha un impatto positivo sulla salute cerebrale.

Esporsi a un ambiente meno inquinato: un fattore protettivo reale

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione cronica a inquinanti atmosferici come polveri sottili (PM2.5 e PM10), ossidi di azoto e composti organici volatili (VOC) può aumentare il rischio di declino cognitivo, Alzheimer e morbo di Parkinson, specialmente nei soggetti geneticamente predisposti.

Ecco alcune buone pratiche supportate da evidenze scientifiche:

  • Frequentare aree verdi urbane: vivere o passare tempo in zone con alberi e vegetazione è associato a una riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione sistemica, due fattori collegati alla neurodegenerazione. L’OMS raccomanda almeno 0,5 ettari di verde accessibile ogni 300 metri in area urbana.
  • Ridurre l’uso dell’automobile: diminuire la mobilità basata su veicoli a combustione aiuta a ridurre l’esposizione a polveri sottili e gas nocivi. Preferire camminate o mezzi elettrici migliora anche l’attività fisica quotidiana, con benefici indiretti sulla salute cerebrale.
  • Aerare frequentemente gli ambienti interni: aprire le finestre ogni giorno è una misura semplice ma efficace per diluire le sostanze inquinanti indoor, come formaldeide, benzene e VOC, rilasciate da mobili, detersivi e materiali da costruzione.
  • Limitare l’uso di contenitori in plastica per alimenti, soprattutto se esposti a calore: il riscaldamento della plastica può rilasciare sostanze come bisfenolo A (BPA) e ftalati, interferenti endocrini potenzialmente correlati a disturbi neurologici. È preferibile usare contenitori in vetro o acciaio inox, come raccomandato anche da agenzie sanitarie come EFSA e ISS.

Prevenzione specialistica: il ruolo del neurologo e del geriatra

In assenza di sintomi specifici ma in presenza di fattori di rischio (familiarità, diabete, stili di vita non sani, inquinamento ambientale), è utile rivolgersi a uno specialista neurologo o geriatra per un monitoraggio periodico delle funzioni cognitive e motorie.

Anche in età pre-senile, una valutazione specialistica può aiutare a intercettare precocemente segnali di rischio e impostare strategie preventive personalizzate.

Conclusione

Il morbo di Parkinson e le altre malattie neurodegenerative non sono inevitabili. Intervenire prima che si presentino i sintomi, attraverso alimentazione sana, attività fisica, ambiente pulito e consulenze specialistiche, rappresenta la strategia più efficace per proteggere il cervello e rallentare l’invecchiamento neurologico.

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